La terapia chirurgica delle calcolosi renale

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La calcolosi renale è una patologia molto diffusa nelle Società Occidentali, questo è dovuto a molti fattori, tra cui l’alimentazione, una tendenza alla scarsa idratazione, l’obesità e le elevate temperature specialmente nel Sud Europa. Nel corso degli anni molti sofrzi sono stati fatti nel rendere i trattamenti della calcolosi renale sempre meno invasivi. Ho la fortuna di lavorare in un Centro a Londra specializzato nella calcolosi urinaria, dove ho potuto accumulare molta esperienza in tutte le tecniche disponibili e testare anche tecniche innovative, in alcuni casi non ancora disponibili in commercio.
Una prima metodica è chiamata ureterorenoscopia flessibile o RIRS. Consiste nell’inserire nell’uretra un sottile endoscopio del diametro di circa 3 mm su sino al rene e di polverizzare i calcoli mediante una fibra laser. I frammenti possono poi essere rimossi mediante dei particolari baskets.
Il limite di questa metodica è che richiede tempi piuttosto lunghi, viene quindi usualmente riservata a calcoli di dimensioni contenute, sotto i 10-15 mm di diametro. Il problema di questo approccio è che molto spesso al termine del’intervento si rende necessario l’inserimento di uno stent ureterale, che è un tubicino di materiale plastico nell’uretere  allo scopo di drenare le urine, frammenti di calcoli e piccoli coauguli di sangue che si accumulano nel rene durante l’intervento. A volte è una scelta obbligata, per evitare che il rene si blocchi causando infezioni, insufficienza renale o coliche. Circa un 30-40% dei pazienti riportano problemi legati allo stent, che vanno da un minimo bruciore durante la minzione, alla presenza di sangue nelle urine, fino a dolori molto intensi mal gestibili con forti antidolorifici. Questi probemi sono più frequenti nei pazienti giovani, in particolare sotto i 30 anni di età.
Recentemente si sono rese disponibili fibre laser sempre più sottili (fino ad un dimetro di 200 micron, circa 0,6 mm) che consentono una notevole manegevolezza ma allo stesso tempo alta efficacia.Alcune case farmaceutiche propongono inoltre stents di materiale più soffice che sembra essere meglio tollerato dai pazienti. Un prodotto interessante che è comparso in commercio molto recentemente, è un endoscopio flessibile “usa e getta”. Questo strumento offre una ottima visione ed è molto maneggevole e allo stesso tempo non richiede sterilizzazione dopo l’uso, momento dove spesso questi dispositivi vengono danneggiati. Ahimè è molto costoso e non tutti i Centri se lo possono permettere.
Altra metodica per il trattamento della calcolosi renale è la chirurgia percutanea o PCNL. Questa tecnica è vecchia di 30 anni e consiste nell’inserire nel rene attraverso il fianco uno strumento di circa 1 cm di diametro. I calcoli verranno poi rimossi mediante una specie di “trivella”. E’ una tecnica molto efficace ma piuttosto invasiva che può causare sanguinamenti anche importanti e dolori post-operatori significativi. Inoltre, spesso richiede il posizionamento di un drenaggio.
Molte case farmaceutiche hanno cercato di proporre nefroscopi sempre più sottili, passando da 10 mm a 4 mm di diametro. Questa tecnica è stata nominata mini-PCNL (6-8 mm di diametro) o super-mini PCNL (4-5 mm di diametro). Permette un accesso al rene meno traumatico e l’utilizzo di un laser per la frammentazione del calcolo. Si riesce quindi a ridurre significativamente il rischio di sanguinamento ed il dolore post-operatorio e in molti casi non si rende necessario né l’utilizzo di uno stent né di un drenaggio.
Nell’ultimo anno abbiamo cominciato ad utilizzare un particolare nefroscopio chiamato supermini-PCNL. Ha un diametro di 4 mm e offre allo stesso tempo la possibilità di rompere i calcoli con un laser e di aspirarne i frammenti allo stesso tempo, incrementandone l’efficacia. Siamo il primo Centro nel Regno Unito ad utilizzarlo ed i risultati sono molto buoni, sia per i pazienti che di solito vengono dimessi il giorno successivo sia per il chirugo che lavora in modo più semplice. In ultimo, permette di ridurre molto i costi, perché limita l’utilizzo di materiale come stents, fili guida, baskets e drenaggi. Ovviamente non è la soluzioni per tutti i problemi. Calcoli a stampo (che occupano cioè tutto il rene) richiedono ancora la PCNL tradizionale.
Ad oggi molte sono le tecniche disponibili, ognuna con pregi e difetti. Un buon chirurgo dovrebbe essere in grado di maneggiarle tutte in modo da offrire il trattamento ideale alle caratteristiche del paziente. Mi sento di consigliarvi di affidarvi a chi ha molto esperienza in questo settore, perché sicuramente potrà offrirvi un trattamento appropriato.

 

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