Fitoterapici nel trattamento della Cistite I : Il Mirtillo Rosso

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La cistite è un’infiammazione della vescica, organo dedicato alla raccolta dell’urina. Nella maggior parte dei casi la causa dell’infiammazione è un’infezione che coinvolge l’urotelio, il tessuto che riveste internamente le vie urinarie. Si calcola che almeno il 25% delle donne ne soffra. Occasionalmente interessa le donne in età prepuberale ma l’incidenza aumenta nella tarda adolescenza e durante la II-IV decade dieta. Nei soggetti molto giovani tale patologia è sottesa da anomalie funzionali anatomiche che possono predisporne l’insorgenza.

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Il Mirtillo rosso americano rappresenta il più comune fitoterapico assunto come co-audiuvante nel trattamento e nella prevenzione dell’insorgenza delle infezioni del tratto urinario compresa la cistite.

Si tratta di un frutto di piccole dimensioni molto simile al più comune mirtillo nero, con un sapore acidulo conosciuto dagli nativi indiani americani per curare le ferite e trattare le infezioni urinarie.

 

Le proprietà benefiche di tale frutto sono dovute prevalentemente alle protocianodine A (PAC) che formano impedisce ai batteri (in particolare E.Coli) di potersi ancorare all’ epitelio delle vie urinarie, la produzione del biofilm, la penetrazione nella   mucosa uroteliale impedendone così la proliferazione.  Inoltre grazie alle proprietà antiinfiammatorie and antiossidanti il mirtillo rosso lenisce il fastidio tipo della cistite.

Tale estratto non deve essere considerato una causa a sé stante e non sostituisce la terapia antibiotica: è un integratore alimentare di origine naturale e può essere usato come valido alleato nella prevenzione e trattamento della cistite.

Sebbene l’estratto naturale dalle bacche (circa 50 ml al giorno) sia preferibile, in commercio sono presenti formulazioni in capsule e bustine che rendono prativa l’assunzione del principio attivo. È controindicato per chi soffre di insufficienza renale o è soggetto a calcolosi delle vie urinarie, a causa della componente di ossalato. Può presentare interazioni con farmaci anticoagulanti (Coumadin), per cui se ne sconsiglia l’assunzione.

 

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