Da alcuni anni ormai, la vitamina D è oggetto di intense ricerche nei vari ambiti della medicina. Nell’ambito della medicina della riproduzione si sono susseguiti vari studi che hanno valutato la necessità o meno dello screening del dosaggio della vitamina D nelle paziente infertili e la sua eventuale supplementazione ne casi di carenza. Alcune evidenze suggerirebbero che la somministrazione di questa vitamina possa essere utile in alcuni casi di infertilità, sebbene ad oggi permanga una certa incertezza sull’argomento.
Concentrazioni nel sangue di 25-idrossicalciferolo, la forma di vitamina D utilizzata dall’organismo, inferiori a 20 nanogrammi per millilitro (ng/ml) definiscono una carenza di vitamina D e le pazienti che si rivolgono ai centri specializzati nel trattamento dell’infertilità, ma anche gran parte della popolazione generale, presenta spesso questi livelli di vitamina nel sangue. La produzione di vitamina D è correlata all’esposizione solare, per cui in paesi come il nostro, sarebbe inimmaginabile individuare persone con carenza di vitamina D. In realtà in quasi tutti i paesi dell’area mediterranea vi è una carenza endemica di vitamina D nella popolazione.
La vitamina D può avere un effetto sulla produzione dell’ormone anti-mulleriano (AMH) e potrebbe favorire il mantenimento di una più efficiente riserva ovarica. La riserva ovarica consiste nella quantità di follicoli contenenti cellule uovo presenti nell’ovaio e disponibili per la maturazione. Una maggiore riserva ovarica contribuisce ad una più efficiente funzione riproduttiva. Un altro rilievo interessante è quello che riguarda la maggiore frequenza di comparsa di lesioni dell’utero, chiamate miomi, nei soggetti con carenza di vitamina D. D’altra parte si è ipotizzato che alte concentrazioni della vitamina D abbiano un qualche ruolo nei meccanismi di sviluppo dell’endometriosi. Tutte queste ipotesi, ad oggi restano solo speculazioni e non trovano ancora solide basi scientifiche.
Tre studi differenti per tipologia di pazienti infertili hanno dimostrato che la vitamina D ha un ruolo essenzialmente marginale nell’infertilità. Lo studio di Franasiak, considerava una popolazione di donne infertili, gli autori concludono che quando si trasferivano blastocisti (embrioni al 5 giorno di vita) euploidi non vi era nessuna differenza in termini di gravidanze nei gruppi con differenti livelli di vitamina D. Le stesse conclusioni sono raggiunte nello studio di Fabris in cui in una popolazione di donne candidate all’ovodonazione, quando si trasferivano embrioni di ottima qualita’ genetica, con un adeguata preparazione endometriale non vi erano differenze significative in termini di gravidanze ottenute nei gruppi con differenti livelli di vitamina D. Ed in fine lo studio di Somigliana ha valutato in ruolo della vitamina D nell’insorgenza della gravidanza in maniera naturale, in nessuno dei gruppi con differenti livelli di vitamina D misurati, si è rscontrata una differenza.
Ovviamente questi studi citati analizzano solo alcune situazioni specifiche della pazienti infertile, e però vanno nella direzione, che probabilmente allo stato attuale lo screening della vitamina D non è indicato nella paziente infertile. Inoltre sebbene sia indicato per la salute generale eseguire una supplementazione di vitamina D nei casi di valori inferiori a 20 ng/ml, non è attualmente provato con certezza che nelle pazienti infertili sia necessario raggiungere un valore superiore a 30 ng/ml per garantire un miglior pronostico riproduttivo.
Franasiak JM, Molinaro TA, Dubell EK, Scott KL, Ruiz AR, Forman EJ, Werner MD, Hong KH, Scott RT Jr. Vitamin D levels do not affect IVF outcomes following the transfer of euploid blastocysts. Am J Obstet Gynecol. 2015 Mar;212(3):315.e1-6.
Fabris A, Pacheco A, Cruz M, Puente JM, Fatemi H, Garcia-Velasco JA. Impact of circulating levels of total and bioavailable serum vitamin D on pregnancy rate in egg donation recipients. Fertil Steril. 2014 Dec;102(6):1608-12.
Somigliana E, Paffoni A, Lattuada D, Colciaghi B, Filippi F, La Vecchia I, Tirelli A, Baffero GM, Persico N, Viganò P, Bolis G, Fedele L.Serum Levels of 25-Hydroxyvitamin D and Time to Natural Pregnancy.Gynecol Obstet Invest. 2016;81(5):468-71.