Ematuria

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L’ematuria rappresenta uno dei segni più comuni in ambito urologico e colpisce dal 2% al 30% della popolazione adulta. Un allarme per importanti patologie che vanno dall’urologico al nefrologico, dal vascolare alle patologie sistemiche; e che rischia di essere spesso sottovalutato. In ambito medico viene definita ematuria la presenza di 3 o più cellule nelle urine centrifugate per campo al microscopio HP (high-power field). Può essa stessa essere visibile (macroematuria) o di normale colore alla vista (microematuria). Utile per far diagnosi è il tempo in cui si assiste alla fuoriuscita di sangue durante la fase minzionale perché potrebbe indicare l’origine del problema. Se è all’inizio della minzione, potrebbe essere di origine uretrale, se persiste durante tutta la minzione potrebbe arrivare dalla vescica, dall’uretere o dal rene; e se si presenta nella fase finale potrebbe originare dalla vescica o dalla prostata.

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CAUSE: Le più comuni cause di ematuria sono le neoplasie dell’urotelio, i traumi e la presenza di corpi estranei, le patologie infiammatorie (cistite, uretrite, prostatite) e i calcoli. Seguono cause di interesse nefrologico come le glomerulonefriti e le pielonefriti. Se di origine vascolare l’ematuria può essere causata da fistole artero-venose o trombosi della vena renale, se segno di malattie sistemiche è correlata all’anemia aplastica, la leucemia, l’endocardite di tipo infettivo, la setticemia, la gotta, il diabete mellito e molto altro ancora. Anche l’assunzione di farmaci può causare ematuria; come ad esempio la terapia con anticoagulanti (aspirina, warfarin, etc.).

SINTOMI: Spesso l’ematuria è accompagnata dalla presenza di altri sintomi che guidano nel capire l’origine del sanguinamento. Accompagnata da una colica renale è più spesso causata da calcoli renali o calcoli ureterali, se si presenta con sintomi da aumentata frequenza minzionale, urgenza e disuria può correlarsi a un’infiammazione o alla presenza di neoplasia. Inoltre se si presenta con edema e ipertensione arteriosa può essere correlata a una glomerulonefrite o nefropatia ipertensiva, se con febbre e brivido con una pielonefrite acuta, se con petecchie sulla cute e sulla mucosa può essere spia di disordini ematologici o malattie infettive sistemiche.

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APPROFONDIMENTI DIAGNOSTICI: investigare ogni tipo di ematuria è cruciale per escludere condizioni serie sottostanti, soprattutto se son presenti tumori del tratto urinario. Anche i pazienti che assumono terapie anticoagulanti dovrebbero sempre ricevere approfondimenti diagnostici. Primo passo è raccogliere una completa anamnesi urologica e nefrologica, eseguire un esame obiettivo dell’apparato urinario, dell’addome, della pelvi, dei genitali e del retto. Dal punto di vista laboratoristico bastano un’analisi delle urine, una citologia urinaria (3/3 campioni) e un dosaggio della creatinina sierica. Fondamentale è accompagnare le indagini di laboratorio con approfondimenti radiologici come l’ecografia, che rappresenta un esame di primo livello, facilmente eseguibile e di rapida interpretazione. Su consiglio specialistico, si renderà necessario un successivo approfondimento mediante metodiche di secondo livello come URO-TC o la Risonanza Magnetica (RM).

CISTOSCOPIA: la cistoscopia è uno strumento che permette di visualizzare direttamente l’urotelio del basso tratto urinario (uretra e vescica) tramite una telecamera posta sulla punta dello strumento e collegata a uno schermo esterno. In questo modo si esegue un esame più preciso nel determinare piccoli tumori che per dimensione o per tipo di lesione (tumori piatti) non possono essere visti né dall’ecografia né dalla TC o dalla RM. Esistono due tipi di cistoscopie, semirigide e flessibili. Se di carattere solo diagnostico, la cistoscopia è un esame che può essere eseguito in ambulatorio applicando un normale gel anestetico a livello locale. La cistoscopia flessibile, grazie alla sua tecnologia, permette di vedere l’intera vescica a 360° con un diametro dello strumento più piccolo rispetto al tradizionale cistoscopio semirigido e pertanto meglio tollerato dal paziente. L’obiettivo di questo esame è accertarsi che la fonte di sanguinamento non derivi da una sottostante causa tumorale. Permette inoltre nei maschi di vedere l’ingrossamento prostatico e nelle donne se l’urotelio della vescica è danneggiato da episodi ricorrenti di cistite. La procedura, in quanto eseguita senza anestesia, non permette di essere anche operativa, ma solo diagnostica.

cistoscopia

ONE-STOP HEMATURIA CLINIC: basato su un modello anglosassone, in alcuni Ospedali italiani è presente un percorso diagnostico stabilito per i pazienti con i primi segni di ematuria. In ambulatorio urologico si esegue nella stessa visita un’ecografia reno-vescicale e una cistoscopia diagnostica. Se è positiva per presenza di neoplasia, il paziente viene messo in lista per essere operato al fine di togliere la neoplasia con successivo esito istologico, se negativa si procede a investigazioni di secondo livello come l’URO-TC o consulenza nefrologica.

 

 

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