Prostatectomia radicale. Il paziente dimesso con catetere vescicale in sede

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La prostatectomia radicale viene effettuata generalmente per un carcinoma prostatico e comporta la rimozione in toto della ghiandola prostatica e delle vescicole seminali con conseguente anastomosi tra uretra e vescica previa posizionamento in sede di intervento di un catetere vescicale e generalmente di un drenaggio percutaneo.

Sempre durante l’intervento quando sia possibile, il chirurgo manterrà intatti i nervi che portano all’erezione per salvaguardare la funzione sessuale del paziente con una tecnica chiamata “nerve sparing”. Oltre al consueto iter post operatorio dedicato ai malati oncologi, verrà inquadrato anche un programma di recupero della funzione sessuale successivamente alla rimozione del catetere vescicale, dove l’urologo proporrà al paziente una riabilitazione tramite una specifica terapia farmacologia.

I tempi di ospedalizzazione possono variare dai 3 ai 6 giorni salvo complicazioni post operatorie, durante i quali il cratere vescicale viene mantenuto in sede in quanto rappresenta una struttura portante per la buona cicatrizzazione dell’anastomosi.

Il catetere vescicale viene mantenuto in genere fino ad un periodo di tempo collocabile intorno alla decima giornata post operatoria, mentre il drenaggio percutaneo viene estratto a partire dalla seconda giornata post operatoria salvo complicazioni. La rimozione del catetere potrà essere rimandata a dopo la dimissione e quindi durante la prima visita di controllo ambulatoriale prenotata dall’urologo.

Al momento della dimissione in caso che il catetere non venga rimosso durante il periodo di degenza, il paziente verrà istruito sulle corrette modalità di gestione presso il proprio domicilio, provvedendo in oltre a fornire delle sacche di raccolta delle urine denominate “a coscia” e spiegandone il corretto utilizzo, in modo che possa indossare i propri abiti e muoversi liberamente.

Nonostante che il catetere non venga rimosso prima della dimissione è importante mantenere il più possibile anche a casa una buona mobilizzazione per prevenire complicazioni anche di carattere trombo embolico. La presenza del catetere non deve limitare il poter fare delle brevi passeggiate o condurre nel consentito le normali attività quotidiane.

Nell’istruire il paziente sulla gestione del catetere vescicale è importante che comprenda di prestare massima attenzione nell’evitarne la fuoriuscita ad esempio a causa di uno strattone involontario, cosa che potrebbe provocare danni all’anastomosi. Nel caso succedesse è consigliabile recarsi prima possibile presso un pronto soccorso, per una consulenza urologica ed eventuale riposizionamento.

Durante il periodo trascorso a casa con il catetere vescicale in sede è opportuno continuare a mantenere una sufficiente idratazione, assumendo almeno due litri di acqua al giorno in modo da mantenere le urine fluide diminuendo i rischi di infezioni batteriche e nel caso di una residua lieve ematuria, la formazione di coaguli intravescicali che comporterebbero l’ostruzione del catetere. Come prevenzione può essere consigliabile eseguire almeno una volta al giorno delle irrigazioni vescicali con manovra sterile, iniettando attraverso il catetere tramite una siringa con punta conica, piccole quantità di soluzione fisiologia (massimo 30/40 ml) a bassa pressione, aspirando poi il contenuto molto delicatamente.

Se si nota anuria (vale a dire totale assenza di urine nella sacca di raccolta per un considerevole lasso di tempo, nonostante una corretta idratazione) accompagnata da sensazione di tensione sovra pubica e impellente stimolo alla minzione con spasmi vescicali, nonché marcata ematuria (presenza di sangue) specialmente con urine di colore rosso vivo, è consigliabile anche in questo caso una consulenza medica urologica urgente.

Sarà in oltre importante evitare sforzi, come trasportare pesi ancor meno raccogliendoli da terra. Evitare posizioni di seduta scomode e lunghi viaggi in auto.

Anche durante la defecazione è importante non sforzarsi eseguendo un torchio addominale eccessivo, ma prevenendo la stitichezza con una dieta ricca di fibre, una corretta idratazione e deambulazione. Camminare senza esagerare, favorisce la funzione intestinale.

Dopo la rimozione del catetere vescicale, potrà presentarsi nelle ore successive una lieve incontinenza, cosa che è del tutto normale e che non rappresenta motivo di preoccupazione.

 

 

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