Numerosi studi hanno dimostrato l’associazione tra sintomi urinari dovuti ad ipertrofia prostatici e la presenza di disfunzione erettile.
Dati pubblicati su riviste di altissimo profilo scientifico hanno teorizzato una base patologica comune tra lo sviluppo di ipertrofia prostatica e disfunzione erettile. Tra questi le teorie più accreditate sono un diminuito tono muscolare della vescica, prostata, uretra e corpi cavernosi con contestuale aterosclerosi e ischemia delle medesime strutture.
Sicuramente uno dei più importanti fattori di rischio per lo sviluppo di entrambe le patologie è la presenza di comorbidità quali diabete, pressione alta, obesità, sedentarietà, dieta non equilibrata.
Se tanto sappiamo sulla cura/gestione della disfunzione erettile negli ultimi anni sono state molte le tecnologie applicate alla terapia dei sintomi urinari da ipertrofia prostatica resistente alla terapia farmacologica.
Sino a non molto tempo fa gli interventi chirurgici disostruitivi prostatici avevano come conseguenza il mantenimento di catetere vescicale per lunghi periodi, sanguinamento, sintomi urinari irritativi post operatori ed ospedalizzazione tra i 3 e 6 giorni.
L’applicazione della tecnologia laser come alternativa alla classica resezione prostatica ha portato ad una drastica diminuzione dei sanguinamenti intra e post operatori con una cateterizzazione ed ospedalizzazione di sole 24 ore. Studi recentementi pubblicati hanno inoltre rilevato che il 90.8% dei pazienti riportavano preservazione dell’eiaculazione anterograda dopo 3 mesi dall’intervento, risultato che si manteneva anche dopo 60 mesi. L’aspetto più importante da sottolineare risiede che i parametri funzionali urinari, in termini di miglioramento/risoluzione dei sintomi ostruttivi sono paragonabili alla classica resezione con l’importante vantaggio di impattare molto meno sulla funzione sessuale del paziente che risulta molto più soddisfatto.