Dieta e Prostatite: riflessioni sulla possibile azione degli acidi grassi polinsaturi…

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Facciamo parte di una società sempre più coscienziosa e attenta allo stile di vita. Il compito del Medico (e dell’Urologo nel caso specifico) deve anche essere quello di far riflettere su come alcune accortezze in merito alla dieta possano giovare nella prevenzione e nel trattamento di alcune patologie che riconoscono una base infiammatoria come la prostatite.

I media rimarcano continuamente (e correttamente!) le virtù degli acidi grassi polinsaturi nella prevenzione delle principali malattie metaboliche: gli omega-3, presenti in alcuni tipi di pesce (tonno, salmone, pescespada) e nei semi di lino, abbassano i livelli plasmatici di trigliceridi svolgendo un’importante azione antitrombotica mentre gli omega-6 (oli vegetali, cereali, cibi processati) abbassano la colesterolemia riducendo i livelli plasmatici delle LDL.

Tali composti sono vitali per le funzioni fisiologiche umane. Sono parte integrante dei componenti strutturali delle cellule e lavorano in sinergia per la normale regolazione di numerose funzioni del corpo.

Acidi grassi polinsaturi e prostatite? Di recente, la letteratura sull’argomento ha provato a chiarire questa correlazione e quella con altre patologie urologiche.

Alcuni agenti infiammatori come gli eicosanoidi (prostaglandine, prostacicline, trombossano, leucotrieni, lipossine) sono prodotti degli acidi grassi e un eccessivo consumo degli stessi potrebbe determinare livelli più elevati di eicosanoidi nel corpo: questo, a sua volta, potrebbe essere correlato a malattie urologiche note per essere associate con l’infiammazione. Diversi studi hanno svelato che le modifiche su tali molecole sono riflesse dai cambiamenti degli acidi grassi polinstauri assunti con la dieta. Nello specifico, alcuni tipi di omega-3 sono substrati per molecole ad azione antinfiammatoria coinvolte in molteplici processi fisiologici. Inoltre, competono con l’acido arachidonico (un omega-6) per la sintesi delle prostaglandine e leucotrieni: questi ultimi (in particolare il B4) stimolano formazione di specie reattive dell’ossigeno responsabili di vari disturbi attraverso il danno sul DNA. Infine, il consumo eccessivo di omega-6 può avere effetti deleteri. Elevati livelli di omega-6 sono stati correlati ad un aumentato rischio di tumore prostatico e nello sviluppo di azioni dirette contro i meccanismi anti-infiammatori degli omega-3 dimostrando pertanto la loro natura pro-infiammatoria.

La prostatite cronica e la sindrome da dolore pelvico cronico rappresentano condizioni insidiose e la patogenesi risulta il più delle volte poco chiara. Secondo alcune ricerche, la sintomatologia tipica di questa condizione (dolore pelvico, aumento della frequenza urinaria, urgenza minzionale) potrebbe essere correlata alla presenza di sostanze come il calcio nei mitocondri neurali,  condizione che potrebbe condurre a stress ossidativo locale e, successivamente, ad infiammazione; altri studi hanno concluso che c’è una relazione tra la prostatite cronica e lo stress ossidativo e di conseguenza con l’infiammazione ed è stata suggerito un possibile effetto degli omega-3 nella riduzione della produzione di prostaglandine infiammatorie coinvolte nei meccanismi della prostatite.

Gli omega-3 possono realmente contribuire a ridurre i meccanismi infiammatori ed essere di supporto nel trattamento e prevenzione delle prostatiti? Gli omega-6 con i loro effetti pro-infiammatori possono causare progressione di malattia? Sono domande ancora aperte: ad oggi,  non esistono studi specifici sul rapporto tra acidi grassi polinsaturi e prostatite. Pertanto, in attesa di maggiori evidenze, quello che possiamo raccomandare è seguire i principi della dieta mediterranea stimolando una maggiore assunzione di omega-3 e una controllata assunzione di omega-6; inoltre, mantenendo il rapporto in favore dei primi, i potenziali benefici possono verificarsi anche per altre condizioni urologiche quali il tumore della prostata e la litiasi urinaria!

 

Fonte:

– Tamma SM et al. Influence of polyunsaturated fatty acids on urologic inflammation. Int Urol Nephrol 2015; 47: 1753-1761.

 

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