Si definisce eiaculazione ritardata la totale assenza o un marcato ritardo dell’eiaculazione nella maggioranza o pressochè totalità dei rapporti (75%-100%) con il proprio partner. Non sono stati definiti limiti di tempo che possano definire tale ritardo nell’orgasmo, quindi spesso la diagnosi si basa su una percezione personale del paziente, il che porta a una difficoltà oggettiva nella stima di quanto possa essere frequente questa problematica. Tali sintomi devono protrarsi per almeno 6 mesi, devono provocare un notevole disagio dell’individuo affetto e non deve essere attribuito all’assunzioni di sostanze, farmaci o condizioni mediche (come pregressa prostatectomia radicale) per essere considerati patologici.
Nel corso dell’inquadramento clinico è inoltre importante comprendere se tali sintomi sono presenti da sempre o sono stati acquisiti con il tempo, se sono relativi solo a determinate situazioni (situazioni, tipo di stimolazione, partner) o generalizzati a tutte le situazioni.
I fattori che possono influire sull’insorgenza di tali disturbi sono:
- Fattori relativi al partner (problemi sessuali o di salute del partner)
- Fattori relativi alla propria relazione con il partner
- Fattori individuali di vulnerabilità (storia di abusi, alterata percezione della propria immagine corporea)
- Fattori culturali e/o religiosi
- Condizione medica generale (patologie psichiatriche quale depressione, stress o patologie in corso di definizione e cura)
Non esistono ancora cause definite che possano essere riconducibili allo sviluppo di tale problematica, sebbene una forte componente psicologica sia universalmente riconosciuta. Un elemento comportamentale che però è stato correlato con tale disturbo è la elevata frequenza masturbatoria, più di 3 volte alla settimana, il quale spesso è correlato con una disparità che esiste tra la realtà dell’atto sessuale con il proprio partner e la fantasia sessuale che si proietta nel corso della masturbazione, la quale spesso risulta essere più eccitante per l’individuo.
La diagnosi di tale patologia non è semplice per via delle problematiche prima riportate, non esistono test diagnostici o questionari che possano aiutare il medico a definire la patologia, per cui l’unico strumento resta una buona raccolta della storia del paziente sia clinica, che psicologica, che relazionale e la valutazione di quanto tale problematica influisca tali sfere.
Non sono attualmente disponibili terapie mediche per la risoluzione di questo disturbo. Il trattamento pertanto dovrà essere relativo alle cause identificate nel corso del colloquio con il paziente ed individualizzato. Si cercherà pertanto di eliminare o ridurre quelle condizioni che possono aver scatenato il problema (farmaci quali antidepressivi, fattori di stress, masturbazione eccessiva) e si indicherà la migliore terapia supportiva che possa aiutare a evitare implicazioni psicologiche nel corso dell’atto sessuale (terapia psicodinamica, terapia di coppia, educazione sessuale).
Bibliografia:
-The EFS and ESSM Syllabus of Clinical Sexology. 2013. Kirana PS, Tripodi F, Reisman Y, Porst H