La pornografia è entrata a far parte della nostra vita quotidiana, cambiando le nostre abitudini ed il nostro modo di rapportarci al sesso.
La diffusione dei siti porno su internet ci ha esposto in modo aggressivo ad una offerta di video hard gratuiti, disponibili sempre 24h su 24, 365 giorni all’anno, che possiamo consumare comodamente nell’intimità nostre case, in completo anonimato.
La pornografia ha così pervaso il nostro stile di vita, il nostro vocabolario, i mass media e soprattutto la nostra percezione della sessualità.
Questo impatto è molto visibile in giovani e giovanissimi che vedono nella pornografia un modello da emulare, associato spesso all’uso di farmaci che aiutano l’erezione e all’esposizione di comportamenti a rischio legati alla promiscuità, all’uso associato di farmaci e sostanze stupefacenti e alla scarsa prevenzione delle malattie sessualmente trasmesse.
Ma aldilà di questi “effetti collaterali” della pornografia, la visione frequente di materiale pornografico ha un reale effetto sulla nostra sessualità? Può peggiorare o migliorare la nostra vita sessuale da un punto di vista biologico?
In altre parole guardare video porno ravviva la vita sessuale o la deprime?
Riguardo a questo già da qualche anno diversi ricercatori nel campo della psicologia e delle scienze mediche si sono espressi nel sottolineare la nocività dell’abuso di porno, definendo il quadro della “porn addiction”, ovvero la dipendenza da porno, una condizione che può portare all’isolamento dell’individuo, allo peggioramento delle sue funzioni sociali e a gravi conseguenze nella sfera intima e sessuale.
Recenti studi hanno dimostrato che una frequente esposizione alla pornografia sembra essere associata ad una sempre decrescente responsività agli stimoli erotici ed alla necessità di materiale pornografico sempre più estremo ed “eccentrico” per raggiungere l’eccitazione, come se il consumatore abituale dei porno si assuefacesse all’erotismo e avesse bisogno di materiale sempre più “perverso” per sentirsi eccitato.
Questo concetto, che può sembrare bizzarro alla prima lettura, in realtà è stato dimostrato scientificamente mediante studi clinici che si sono avvalsi di risonanza magnetica del cervello di partecipanti volontari, confrontando individui consumatori compulsivi di pornografia e soggetti sani.
Nei porno-dipendenti è stata riscontrata una ridotta attivazione delle aree cerebrali mesolimbiche (deputate all’eccitazione e all’ideazione erotica) in risposta a contatto fisico con donne, ma non in relazione al materiale sessualmente esplicito che invece li iper-eccita rispetto ai soggetti sani.
In altre parole le aree del cervello che rispondono agli stimoli sessuali si attivano sempre più con il materiale video esplicito (proprio come il cervello di un tossicodipendente si attiva con la sostanza da cui dipende) e sempre meno con i normali stimoli erotici, come per esempio l’attività sessuale con il partner.
L’effetto nella vita privata è devastante, infatti la dipendenza da porno si associa a disfunzione erettile, ridotta libido, allontanamento dal partner, isolamento sociale.
La pornografia è una finzione, che propone dei modelli irrealistici, costruiti ed artificiali; la sessualità invece è dovrebbe essere vissuta con naturalezza e spontaneità, in modo libero, liberandosi da schemi mentali costruiti ad hoc.
Viviamo in un mondo fatto di marketing e pubblicità, su internet ed in TV vediamo quotidianamente attori recitare un copione che a volte sembra sostituirsi alla vita reale, pensare di vivere anche la nostra sessualità attraverso delle scalette come lo fanno gli attori davanti alle telecamere è una prospettiva desolante e non può farci bene.
Non voglio chiudere questo post in modo retorico o buonista, la diffusione della pornografia in modo così capillare dimostra che i video hard siano un prodotto richiesto e divertente e non vanno demonizzati, ma l’abuso, ovvero l’uso quotidiano e prolungato di questi video, è un fenomeno dannoso per la salute sessuale e dovremmo esserne consapevoli.
Di pornografia e dei suoi effetti non se ne parla, mentre l’argomento, dato l’impatto che ha sulla società e sui giovani, dovrebbe probabilmente far parte del programma di educazione sessuale che invece spesso non viene neanche prevista nei programmi scolastici.
Giorgio Gentile
Per saperne di più:
Duffy A, Dawson DL, das Nair R. Pornography Addiction in Adults: A Systematic Review of Definitions and Reported Impact. J Sex Med. 2016 May;13(5):760-77.
Brian Y. Park, Gary Wilson, Jonathan Berger, Matthew Christman, Bryn Reina, Frank Bishop, Warren P. Klam and Andrew P. Doan, Is Internet Pornography Causing Sexual Dysfunctions? A Review with Clinical Reports. Behav Sci (Basel). 2016 Sep; 6(3): 17.
Valerie Voon, Thomas B. Mole, Paula Banca, Laura Porter, Laurel Morris, Simon Mitchell, Tatyana R. Lapa, Judy Karr, Neil A. Harrison, Marc N. Potenza, and Michael Irvine, Neural Correlates of Sexual Cue Reactivity in Individuals with and without Compulsive Sexual Behaviours. PLoS One. 2014; 9(7): e102419.