Dopo i 50 anni in genere si inizia a dosare il PSA che, prescritto frequentemente dai medici di base tra gli esami di screening, ha consentito un netto aumento delle diagnosi precoci del tumore della prostata con un progressivo calo della mortalità per questa malattia negli ultimi 20 anni.
Infatti, dopo il riscontro di valori aumentati di PSA ed attenta analisi specialistica del caso, in genere si procede ad esecuzione di una biopsia prostatica, con possibile diagnosi di tumore prima della sua manifestazione clinica, ovvero le metastasi.
La diagnosi precoce del tumore della prostata mediante biopsia e la attribuzione al tumore del Gleason Score, ha permesso inoltre di distinguere le neoplasie più aggressive da quelle cosiddette “indolenti” cioè, ad andamento così lento, che possono anche non essere trattate con chirurgia o radioterapia, ma semplicemente “osservate”.
D’altro canto il numero di biopsie prostatiche è aumentato vertiginosamente: attualmente si stima che in Italia vengano eseguite circa 100.000 biopsie all’anno, che nel 65-70% dei casi sono negative, cioè non dimostrano la presenza di alcun tumore e quindi potrebbero essere evitate.
Inoltre la biopsia prostatica è un esame abbastanza invasivo, eseguito mediante ecografia transrettale, ed è associata a complicanze quali: sanguinamento, dolore ed infezioni.
In un recente articolo pubblicato sulla rivista Lancet (una delle più prestigiose riviste in campo medico a livello mondiale) la risonanza magnetica multiparametrica (MP-MRI) risulta essere nettamente più sensibile della biopsia ecoguidata nella diagnosi del tumore della prostata. Questo significa che vi è una maggiore possibilità che un soggetto malato di neoplasia prostatica riceva una diagnosi di tumore sottoponendosi a MP-MRI piuttosto che a biopsia ecoguidata, che invece espone ad un maggior rischio di falsi negativi, cioè di persone che pur essendo ammalate, risultano erroneamente sane per mancata identificazione della malattia.
Per essere più chiari, la MP-MRI ha un valore predittivo positivo del 90%, quindi praticamente se la MP-MRI risulta negativa è del tutto inutile eseguire una biopsia ecoguidata.
Questa scoperta potrebbe cambiare nel giro di pochi anni le linee guida internazionali nella diagnosi del tumore della prostata, permettendo di evitare un enorme numero di biopsie inutili e agevolando l’esecuzione di biopsie mirate, molto più accurate, grazie alla identificazione di aree sospette per tumore mediante risonanza magnetica.
Infatti anche la biopsia negli ultimi anni si è avvalsa della grande innovazione apportata dalla MRI-MP nella diagnosi del tumore della prostata: le biopsie eseguite dopo o durante risonanza magnetica risultano essere più precise e quindi permettono di ridurre il numero di prelievi e di complicanze legate alla procedura, aumentando inoltre le possibilità di diagnosi.
Attualmente le MP-MRI sono già entrate nella pratica clinica nella diagnosi del tumore della prostata, ma purtroppo i costi elevati e la lunga lista d’attesa per l’esecuzione dell’esame, ne limitano l’uso e soprattutto l’accessibilità nel sistema sanitario pubblico; auspicabilmente nei prossimi anni, grazie alla ricerca e alle nuove tecnologie con conseguente abbattimento dei costi , la MP-MRI e le biopsie “fusion” ed MRI-guidate, diventeranno una pratica clinica diffusa e cambieranno completamente (in meglio) le prassi di diagnosi e monitoraggio del tumore della prostata.
Bibliografia:
Hashim U Ahmed, Ahmed El-Shater Bosaily, Louise C Brown et Al. Diagnostic accuracy of multi-parametric MRI and TRUS
biopsy in prostate cancer (PROMIS): a paired validating
confirmatory study. www.thelancet.com Published online January 19, 2017
De Rose A F. Tumore alla prostata, con una nuova tecnica biopsie a colpo sicuro. La Repubblica. 08 luglio 2015
Per saperne di più:
grazie come sempre delle informazioni. Mio marito qualche anno fa ha effettuato una biopsia prostatica perche’ avea il psa alto. E’ risultato tutto a posto. Questa risonanza magnetica di cui parlate è fattibile in privato a Firenze? Grazie per una rispostae buon anno a tutti. Gianna B.
Certamente la RMN multiparametrica è disponibile ed è assolutamente, quando indicata, un esame da valutare in caso di rialzo del PSA